“Metà dei soldi che spendo per la pubblicità è sprecata. Il guaio è che non so quale metà.”

L’hai mai sentita? E’ una citazione famosa sulla pubblicità ed è stata ampiamente diffusa. Per alcuni ha ispirato audaci scoperte sul rischio e sul marketing (“Chi non risica non rosica.” insomma!) e per altri è stato quel pizzico di bromuro in più per giustificare la pigrizia, l’autocompiacimento e la mediocrità nella pubblicità.

La frase appartiene a Mr. Wanamaker, cristiano praticante che rifiutava di fare pubblicità la domenica. Le sue pubblicità avevano molto successo e erano basate sulla fiducia. Egli garantiva per iscritto la qualità della merce pubblicizzata, consentendo ai clienti di restituire eventuali acquisti insoddisfacenti per un rimborso in contanti.
Oggi molti venditori di successo emulano la sua politica incentrata sul cliente.

Nel frattempo, in Inghilterra, un suo contemporaneo, Mr. Smith scriveva un libro che conteneva questo messaggio.

La prima volta che le persone guardano un certo annuncio, non lo vedono nemmeno. 
La seconda volta non se ne accorgono. 
La terza volta sono consapevoli che è lì. 
La quarta volta hanno la sensazione fugace di averlo visto da qualche parte prima. 
La quinta volta effettivamente leggono l’annuncio. 
La sesta volta ci fanno l’abitudine. 
La settima volta cominciano a sentirsi un po’ irritati. 
L’ottava volta cominciano a pensare “Ancora questo annuncio….”. 
La nona volta iniziano a chiedersi se si perdono qualcosa. 
La decima volta chiedono ai loro amici e ai vicini di casa se lo hanno provato. 
L’undicesima volta si chiedono quanto stia pagando l ‘azienda per tutti questi annunci.
La dodicesima volta iniziano a pensare che deve essere un buon prodotto. 
La tredicesima volta iniziano a percepire che il prodotto ha valore. 
La quattordicesima volta iniziano a desiderare un prodotto esattamente come questo. 
La quindicesima volta iniziano a pensare perché non possono permettersi di comprarlo. 
La sedicesima voltasi dicono che lo acquisteranno in futuro. 
La diciassettesima voltalo aggiungono alla lista della spesa. 
La diciottesima volta maledicono la loro povertà che non gli consente di averlo. 
La diciannovesima volta risparmiano attentamente i loro soldi. 
La ventesima volta comprano.
Ai tempi di Wanamaker e Smith, giornali e riviste erano l’unica possibilità di fare pubblicità sui mass media per i commercianti. Oggi i venditori possono farla su radio, televisione, Internet .

Qualunque sia il mezzo resta la domanda: quanto spesso dovrebbe essere ripetuto il tuo messaggio pubblicitario?

Se il tuo messaggio è forte e i tempi e il pubblico sono maturi per recepirlo, anche una volta può essere sufficiente. Un post di Facebook tempestivo potrebbe essere sufficiente per ottenere le poche decine di persone di cui hai bisogno per il tuo prodotto/servizio.

Lo stesso dicasi per i tanti jingle e slogan che sono stati utilizzati e che ricordiamo.
La ripetizione è vitale per la maggior parte della pubblicità di successo.

Questo è il motivo per cui alcuni dei clienti del Gruppo Radio Linea non hanno mai cambiato la propria pubblicità negli ultimi anni. E – solo per la cronaca – il motivo per cui la pubblicità non cambia mai non è perché siamo pigri, ma perché la pubblicità sta ancora ottenendo risultati!