Occhio o orecchio? Cosa sceglieresti?

Ti sembra una strana domanda? In realtà no.

Non facciamo quasi mai caso ai nostri sensi, semplicemente li usiamo.

Eppure l’udito, la vista, l’olfatto ed il tatto influenzano, tutti insieme, il modo in cui percepiamo ambiente e persone con cui interagiamo.

Nella pubblicità, siamo interessati principalmente ai primi due: l’udito e la vista.

Se chiedi a qualcuno di scegliere tra vista o udito, la prima cosa che risponderà sarà che queste due cose sono importanti allo stesso modo. Poi c’è qualcuno che mostra una preferenza della vista rispetto all’udito.

Ti capita mai di confondere questi due verbi nei discorsi quotidiani? Il perché lo spiega un libro di Al Ries e Jack Trout, in cui i due scrittori, dopo aver condotto ricerche approfondite, nel tentativo di imparare come il cervello umano risponda in modo diverso agli stimoli orientati all’orecchio rispetto a quelli orientati all’occhio, asseriscono che “La lingua scritta è ricodificata dalla mente in una forma interna di linguaggio. Come se la mente debba tradurre le parole stampate nell’equivalente parlato, prima di comprenderle.”

Una cosa è certa: l’udito è l’aspetto fondamentale della comunicazione.

Quando le persone comunicano tra loro, l’orecchio è la porta di accesso preferenziale, di persona e al telefono e lo stesso vale quando esse si rivolgono a uno qualsiasi dei sensi per puro piacere, ancora una volta è l’udito (ricordi le favole che ti raccontavano da bambino o l’ultimo concerto di musica a cui hai assistito?).

Quanto tempo trascorri ad ascoltare la musica? E quanto a vedere una mostra d’arte o di fotografia?

L’orecchio vince, con un enorme margine.

Ed ora veniamo a noi.

Quali sono le implicazioni sulla pubblicità?

C’è una sorprendente incoerenza tra gli inserzionisti e l’obiettivo della loro pubblicità. Mi spiego meglio: la gente per l’85% del tempo è in contatto con media che coinvolgono l’udito (radio e tv), mentre solo il 15% con quelli che coinvolgono la vista (esempio giornali e riviste), eppure gli inserzionisti spendono il 55% del loro budget pubblicitario sulla stampa e solo il 45% su media che realizzano trasmissioni audio.

E poi ci si lamenta che la pubblicità non funziona!

L’emergere di Internet e di nuovi media ha solo aggiunto più variabili all’equazione, ma il fatto centrale rimane: la mente lavora a orecchio.

Incredibile vero?

Tutto questo ha una spiegazione ulteriore che consiste nel fatto che spesso non ci si affida alle persone giuste, a consulenti validi, preferendo il consiglio di un amico, del coniuge o delle proprie sensazioni.

Quindi, se il linguaggio è la nostra principale forma di comunicazione, l’unico mezzo di comunicazione vocale puro è la Radio.

E’ noto che i suoni entrano nel cervello più velocemente delle immagini ed il ricordo dei suoni si attenua più lentamente nel tempo, tanto è vero che, dopo molti anni, ricordi ancora le parole e la melodia di una canzone che cantavi da bambino, ma con più difficoltà i particolari di una fotografia che hai visto nello stesso periodo.

Ed ecco perché, da bambino in classe, potevi essere in grado di rispondere con precisione alla domanda dell’insegnante “Cosa ho appena detto?”, anche se stavi sognando ad occhi aperti e i tuoi pensieri erano a un milione di miglia di distanza, le parole entrano comunque nella tua mente.

La parola è la principale forma di comunicazione dell’umanità.

E la Radio, mezzo audio puro, è il più intimo e personale di tutti i media pubblicitari.

E’ anche la più visiva di tutti i media perché le immagini nella mente sono più vivide, più personali, più reali, ma soprattutto uniche. Cento persone possono leggere lo stesso libro, ma ognuna avrà immagini diverse dei personaggi e dei luoghi descritti nella storia. Così ora sai perché i libri che leggi sono più belli delle trasposizioni cinematografiche che vedi.

Se vuoi saperne di più sulla Radio e sul nostro Gruppo Radio Linea, mettiti in contatto con noi!