Molti anni fa, il formato standard per gli spot radiofonici era di 60 secondi, poi progressivamente, questo formato ha subito una trasformazione: 40 secondi, 30, 20.
La spiegazione è semplice: nel tempo, a causa della vita frenetica che facciamo e dei molti stimoli ai quali siamo sottoposti quotidianamente, l’attenzione delle persone si è ridotta e la pubblicità (abituata a seguire le tendenze sociali) ha accorciato il tempo del singolo spot mentre è aumentato il numero totale di annunci pubblicitari.
L’ultima tendenza punta a realizzare messaggi di 8-10 secondi, annunci flash, un modo per abbinare interesse ed attenzione.
Ma il problema non è nella lunghezza dello spot, sta nel contenuto!
Il contenuto, ovvero le parole impiegate per realizzare il testo del messaggio, non ha nulla a che fare con la lunghezza. Lo spot deve rivolgersi al consumatore, essere in sintonia con lui, usare una terminologia che per lui è familiare e concentrarsi sui risultati.
Facciamo un test.
Hai mai usato una di queste frasi nei tuoi spot?
“…di proprietà e gestione familiare”, “…in attività da 27 anni”, “…le nostre persone fanno la differenza”, “…per tutti i tuoi bisogni ci siamo noi”?
Se l’hai fatto, hai usato parole che non interessano a nessuno e che non significano nulla per il consumatore.
Eppure queste frasi continuano ad essere inserite negli spot pubblicitari, a livello nazionale e locale, perché è tendenza farlo. Se il tuo spot parla diffusamente della tua attività ma non si sofferma affatto su ciò che l’azienda in questione può fare per le persone – come consumatori – verrà bypassato.
Paradossalmente potresti pubblicare uno spot di 10 minuti, purché sia interessante per la clientela (non lo consiglierei, ma potresti!)
Quindi ricorda: finché il contenuto è interessante, la lunghezza non è rilevante, in caso contrario, non sarà colpa del mezzo (radio o tv) se la pubblicità non ti porta i risultati sperati.
Se hai dubbi rivolgiti sempre a persone che hanno esperienza in questo settore, come il Gruppo Radio Linea.